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UN ALTRO PIANO RIFIUTI E' POSSIBILE
La difficoltà di trovare siti per inceneritori e discariche, nella Provincia di Genova, ha una logica spiegazione: le caratteristiche orografiche e demografiche del suo territorio, intrinsecamente incompatibili con insediamenti " a rischio".
Le storie della discarica di Scarpino, dell'inceneritore in Val Bisagno, della Stoppani di Cogoleto, delle acciaierie di Cornigliano, della centrale Enel in Porto, dei depositi petrolchimici di Multedo, delle raffinerie in Val Polcevera, delle Concerie Bocciardo, della SANAC, ci hanno insegnato qualcosa?
A noi si!
Per noi é evidente che occorre progettare e realizzare una via "ligure" alla soluzione del problema rifiuti, il cui obiettivo sia quello di fare a meno di impianti a rischio, di minimizzare volumi e rischi ambientali delle discariche, di risparmiare sull' uso di territorio.
Il nostro piano provinciale per la gestione dei materiali post-consumo (MPC) (neologismo che sostituisce l'obsoleto termine di "rifiuti") prevede di rispettare alla lettera le indicazioni della Comunità Europea: privilegiare, nei fatti, la Riduzione, il Riuso, il Riciclaggio.
Questa scelta non è casuale: è quella che garantisce il maggior risparmio di territorio, di risorse non rinnovabili, la minore emissione di inquinanti e di gas serra (anidride carbonica).
Quindi, gli obiettivi entro il 2004, del nuovo Piano per la gestione dei Materiali Post Consumo della Provincia di Genova, sono quelli di ridurre del 15 % la produzione alla fonte dei MPC e di avviarne al riciclaggio almeno il restante 50%.
La scelta di raggiungere questi obiettivi nel corso del 2004 non è, ovviamente, casuale; sarebbe lâ occasione di traguardare degnamente l'obiettivo, per Genova, di essere entro questa data, capitale Europea anche per la Cultura Ambientale.
Con riferimento a questi obiettivi, ricordiamo che la Comunità Europea si propone, entro il 2001, di ridurre del 50% i MPC derivanti dagli imballaggi e che gli USA hanno fissato un obiettivo di riciclaggio del 50% entro il 2000, obbiettivo raggiunto da molti Stati Federali.
Quindi sono numerosi gli esempi internazionali e nazionali che dimostrano che questi obiettivi sono praticabili ed il tempo perso nell'attesa salvifica d'impianti che miracolosamente "distruggono" il problema, può essere recuperato proprio facendo riferimento a queste esperienze, scegliendo quelle più adatte alla realtà ligure.
I punti fondamentali di questa strategia devono essere:
Il sintesi, questo nostro Piano prevede che delle 470.000 tonnellate di MTC prodotte annualmente dalla Provincia di Genova:
70.000 ton siano risparmiate con il compostaggio domestico e la riduzione alla fonte
200.000 ton siano raccolte in modo differenziato ed inviate al riciclaggio
Restano 200.000 tonnellate all' anno di MPC, da trattare.
Per un trattamento a basso impatto ambientale di questa frazione esistono le seguenti opzioni:
Oppure
Il trattamento nˇ 1 è da alcuni anni operativo in Francia e Olanda, il nˇ 2 è in fase di realizzazione a Cuneo, il nˇ 3 è stato realizzato ed è operativo da pochi mesi a Venezia Mestre.
Lâ opzione nˇ 5 merita un chiarimento.
Il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti prevede, in sintesi, il riciclo del 35% dei rifiuti e lâ incenerimento della restante quantità. Lâ incenerimento può essere fatto o sul rifiuto indifferenziato o con diversi pre-trattamenti (in generale separazione frazione secca da quella umida e successivo recupero).
Si delinea pertanto questo tipo di bilancio annuale:
PIANO PROVINCIALE
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Tonnellate |
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Rifiuti prodotti |
470.000 |
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Al riciclo (35%) |
164.500 |
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Inceneriti |
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Ipotesi massima |
300.000 |
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Ipotesi minima |
163.000 |
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Ceneri e scarti in discarica |
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Ipotesi massima |
128.000 |
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Ipotesi minima |
163.000 |
Il Piano proposto dalle associazioni ambientaliste, applicando lâ opzione n 3 e nˇ5 comporta questâaltro bilancio:
PIANO AMBIENTALISTA
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Tonnellate |
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Rifiuti prodotti |
400.000 |
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Rifiuti evitati |
70.000 |
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Al riciclo (50%) |
200.000 |
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Bio-ossidazione |
200.000 |
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al riciclo (10%) |
20.000 |
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Organico stabilizzato |
100.000 |
In base a questa prima stima, la quantità di sostanza organica stabilizzata formatasi a seguito della bio ossidazione è dello stesso ordine di grandezza delle ceneri e degli scarti che il piano provinciale prevede di inviare a discarica.
Sottolineiamo il fatto che la qualità, dal punto di vista ambientale e sanitario, dellâorganico stabilizzato è nettamente superiore a quello delle ceneri.
Inoltre, il processo di bio ossidazione (come pure il Processo Pirelli e il Processo Valorga) permette il facile recupero dei MPC ferrosi (da avviare al riciclo). Anche gli inerti non ferrosi (vetri, cocci) possono essere separati e se la qualità lo consente, possono essere recuperati (materiale di riempimento).
Pertanto, il Piano di Gestione dei MPC Ambientalista ha la caratteristica di essere molto flessibile ed adattabile ai cambiamenti presumibili sia della quantità di MPC prodotto sia della loro qualità, man mano che diventano operativi i sistemi di riduzione e selezione previsti.
Ad esempio, è probabile che nella prima fase di attuazione del Piano, la qualità dellâorganico stabilizzato non ne giustifichi lâuso come combustibile o come riempimento nella bonifica di cave. Pertanto dovrà essere inviato in discarica, ma lâelevata stabilità chimica e biologica permetterà di farlo senza particolari problemi. In questo caso, come abbiamo già osservato, la quantità di scarti da inviare a discarica corrisponde a quella delle ceneri prodotte dal termovalorizzatore.
In questa fase è comunque anche possibile prevedere accordi per la combustione dell'organico stabilizzato in impianti dedicati fuori regione, soluzione forse costosa, ma che non intaccherebbe le capacità liguri di stoccaggio in discarica e resa praticabile dalla facilità di stoccaggio di questo prodotto.
Il miglioramento progressivo di questa frazione stabilizzata, grazie alla prevista selezione a monte dell'80 % dei MPC potenzialmente pericolosi (plastiche clorurate, tubi al neon, batterie al mercurio, batterie nichel-cadmio, contenitori solventi, vernici, pesticidi, farmaci, ecc.) dovrebbe permettere gli altri usi (bonifica cave, combustibile centrali termoelettriche) che, anche in questo caso, non intaccherebbero le capacità di stoccaggio di scarti non riciclabili presenti in Liguria.